giovedì 22 maggio 2008

A volte ritornano


Alcuni mesi orsono, un malefico tecnico degli scaldabagni aveva commesso l'irreparabile: caldaia nuova=eliminazione scientifica della mia prestigiosa collezione di bollini della frutta, accumulati sul coperchio della calderina in anni di meticolosa attività di ricerca e selezione.

Davano alla mia cucina, di solito ordinata e linda, un tocco di casa di vacanza, per non dire di appartamento da studenti universitari (ovviamente anche in quella di Firenze avevo esportato la raffinata usanza). Mia mamma, periodicamente, si faceva prendere da crisi di ipermassaismo e minacciava armata di vim e spugnetta di toglierli tutti: solo il mio costante ed eroico intervento difensivo aveva mantenuto intatte le virtù di quel mosaico di ovali colorati.
E tac, dopo tutto il mio impegno, ecco che ti arriva l'omino in tuta blu, e a tradimento - mentre ero a lavoro - mi fa trovare una candida e immacolata caldaia nuova fiammante...
Ma la cosa veramente candida era il mio colorito al rientro dall'ufficio: una sensazione di vuoto ancestrale, di perdizione.
E ora, dove saranno i miei protetti? Li immaginavo già contorcersi sotto gli attacchi dei gabbiani della discarica di Pitei, diventare pista da scivolo di bagoni e invertebrati.
E oltre al danno, la beffa: munita di bazooka al posto delle armi tradizionali, la mamma estremo baluardo delle cucine splendide splendenti (maledetta pubblicità!), con decreto regio, ha sancito inderogabilmente il divieto di appiccicare qualsiasi cosa sul fianco della nuova arrivata.
Lì per lì, l'istinto è stato quello di trasformarmi in writer scatenato, e infliggere una tremenda vendetta sulla nivea superficie, ma la difficoltà aguzza l'ingegno...ed ecco scovare finalmente il teatro del mio nuovo tesoro: ora, sulla cassetta del contatore, spuntano tanti piccoli bollini nuovi...e guai a chi me li tocca!

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