E stasera sono prolifica!
Prima di andare a letto, penso ai miei desideri. Uno su tutti. Vorrei davvero che diventasse realtà.
lunedì 22 febbraio 2010
Pulcino
Ciao pulcino mio, come stai? Cosa stai facendo? Io sono qui a casa, una serata tranquilla, a scrivere sul mio blog. Del più e del meno, cambio canale alla tv, ora ascolto il mio professore dell'università, quello inglese, te lo ricordi? Te ne avevo parlato, mi piaceva tantissimo è troppo bravo...
Sto aspettando di partire con i comunicati per la festa che ti dedicheremo. Spero di farli al meglio, se riesco, ti vorrei dedicare un servizio a Tele Liguria Sud, ma mi sa che mi dovrò prendere una ciucca per poterlo leggere!
Domani dovrei sentire Marzione, poi contatterò l'Amref. E vedrai che riusciremo a farlo questo pozzo...io farò la mia parte, e ho deciso che i soldi che avrebbero speso per il mio compleanno li farò mettere lì.
Voglio tornare presto a trovarti, anche se mi ci vorrà tanta forza d'animo. L'ultima volta che sono stata da te mi è crollato il mondo addosso, non so come mai, prima mi dava tanta serenità, invece...
Forse perché ho visto i fiori più rovinati, forse perché era troppo che non venivo, forse perché avevo paura di incontrare i tuoi genitori, a cui non saprei cosa dire, ma mi è sembrato di esser presa a schiaffi. E ho dovuto vagare come un'automa per il cimitero, in mezzo alle tombe dei bimbi scomparsi a fine '800, che non avevo mai visto, a guardare visi d'epoca, immaginare storie, per distrarmi da questo orrore. Perché è un orrore e basta, il fatto che sei morto. E vorrei essere in un fumetto di Dylan Dog per trovarti in una qualsiasi dimensione parallela.
Forse è stato davvero il realizzare che sei sotto la terra e non in un tappeto di fiori, che ora sarai pelle e ossa, o probabilmente solo ossa, mentre noi viviamo la nostra vita. Invece tu sei fermo e non camminerai mai più. E non vedrò mai più i tuoi occhioni, che una volta erano solo per me.
Non mi sento in colpa, stai tranquillo. So che non vorresti e non voglio io.
Però non c'è stato un giorno in cui non ti ho pensato, a parte sabato, perché ero troppo intontita dai dolori e dalle medicine. E ora mi sento un po' inutile a star qui a scriverti, ma spero che in qualche modo tu possa sentire le mie parole, e sempre, avere dentro di te i miei pensieri.
Mi manchi tanto, ti vorrei con me per raccontarti tante cose, chiederti dei consigli.
E se posso esprimere un desiderio, vorrei trovare una persona come te che mi stia vicino e riesca a non farmi sentire il rimpianto di averti perso due volte.
Sto aspettando di partire con i comunicati per la festa che ti dedicheremo. Spero di farli al meglio, se riesco, ti vorrei dedicare un servizio a Tele Liguria Sud, ma mi sa che mi dovrò prendere una ciucca per poterlo leggere!
Domani dovrei sentire Marzione, poi contatterò l'Amref. E vedrai che riusciremo a farlo questo pozzo...io farò la mia parte, e ho deciso che i soldi che avrebbero speso per il mio compleanno li farò mettere lì.
Voglio tornare presto a trovarti, anche se mi ci vorrà tanta forza d'animo. L'ultima volta che sono stata da te mi è crollato il mondo addosso, non so come mai, prima mi dava tanta serenità, invece...
Forse perché ho visto i fiori più rovinati, forse perché era troppo che non venivo, forse perché avevo paura di incontrare i tuoi genitori, a cui non saprei cosa dire, ma mi è sembrato di esser presa a schiaffi. E ho dovuto vagare come un'automa per il cimitero, in mezzo alle tombe dei bimbi scomparsi a fine '800, che non avevo mai visto, a guardare visi d'epoca, immaginare storie, per distrarmi da questo orrore. Perché è un orrore e basta, il fatto che sei morto. E vorrei essere in un fumetto di Dylan Dog per trovarti in una qualsiasi dimensione parallela.
Forse è stato davvero il realizzare che sei sotto la terra e non in un tappeto di fiori, che ora sarai pelle e ossa, o probabilmente solo ossa, mentre noi viviamo la nostra vita. Invece tu sei fermo e non camminerai mai più. E non vedrò mai più i tuoi occhioni, che una volta erano solo per me.
Non mi sento in colpa, stai tranquillo. So che non vorresti e non voglio io.
Però non c'è stato un giorno in cui non ti ho pensato, a parte sabato, perché ero troppo intontita dai dolori e dalle medicine. E ora mi sento un po' inutile a star qui a scriverti, ma spero che in qualche modo tu possa sentire le mie parole, e sempre, avere dentro di te i miei pensieri.
Mi manchi tanto, ti vorrei con me per raccontarti tante cose, chiederti dei consigli.
E se posso esprimere un desiderio, vorrei trovare una persona come te che mi stia vicino e riesca a non farmi sentire il rimpianto di averti perso due volte.
Sad But True!
IN-CRE-DI-BBBBB-ILEEEE!
Ho visto il Pigna, l'uomo più alcolizzato del Parentuccelli e del primo anno di storia e lettere di Firenze, colui che mi ha beccata in segreteria davanti ad una fila kilometrica mentre era ubriaco fradicio alle 4 del pomeriggio, fra le altre..e non mi ha riconosciutaaa!!!
E peggio: mi ha anche detto "SALVE" quando sono entrata nel suo negozio.
Avrei potuto stramazzare al suolo, in quel momento!
Ho visto il Pigna, l'uomo più alcolizzato del Parentuccelli e del primo anno di storia e lettere di Firenze, colui che mi ha beccata in segreteria davanti ad una fila kilometrica mentre era ubriaco fradicio alle 4 del pomeriggio, fra le altre..e non mi ha riconosciutaaa!!!
E peggio: mi ha anche detto "SALVE" quando sono entrata nel suo negozio.
Avrei potuto stramazzare al suolo, in quel momento!
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