giovedì 17 dicembre 2009

Uggiadidicembre. Che sa volgere in positivo

Ho appena visto la puntata di Anno Zero, con un servizio sull'intolleranza di un paesotto nel bresciano in cui vogliono vietare ai musulmani di parlare in lingua straniera (già è bizzarro accostare una religione ad un idioma...ma visto il pulpito..).
Con consiglieri comunali di una rozzezza che non s'è mai vista, e con quel razzismo infido e strisciante che sta caratterizzando sempre più il nostro paese, alla faccia degli italiani brava gente.
Italiani brava gente un cavolo! Stiamo decadendo sempre più...un mare di ignoranti, che non sanno neanche di cosa parlano, meschini, egoisti e anche violenti. Io mi vergogno di essere italiana quando assisto a questi spettacoli, e purtroppo, sta succedendo sempre più spesso.

Lo ammetto, mi sta cominciando a mancare un sacco il basket: sto giusto giusto girellando sul sito della NBA, per ingannare la nostalgia!
Lo schifido gotha della cara Pallacanestro O. mi aveva talmente disgustata, che alla fine mi sono dovuta disintossicare: ho troppo associato questo sport, che nell'ultimo anno ho vissuto giorno per giorno, a quel branco di ladri...Mi sono tornate in mente le tante cose che non andavano, anche se ovviamente ci sono stati pure i lati positivi, ma purtroppo quando finisci nelle mani di certi profittatori (che se la tirano pure!!!), poi ne rimani un po' segnato, inevitabilmente.
Comunque, sono pronta a tornare a vedere qualche partita, e al diavolo quelle facce di m... che raccolgano quello che hanno seminato!

Che bello scrivere...anche se non lo faccio per lavoro in questo momento...mi scarica, mi fa sentire intelligente, utile, anche se magari questi miei pensieri li leggono in quattro gatti. E chi se ne frega, anzi, direi proprio che mi va bene così...sono sempre in vista, al centro dell'attenzione. Un po' di intimità, di riservatezza, chiamiamola come vogliamo, non può che farmi bene.

E la cosa bella è che ho anche ricominciato a disegnare. Per me prendere la matita in mano è un piacere fisico, lo associo al mangiare e a far l'amore. E quando ho smesso di farlo? Per tutto il tempo della sofferenza fisica. Che ora rimane, ma è - fortunatamente, e qui mi permetto di far due scongiuri - ridimensionata, e decisamente più gestibile.
E quindi, ritorno pian piano a riappropriarmi del mio corpo, e delle sue espressioni.
Fra queste (anche se sono in casa da una settimana e non ce la faccio più...), ovviamente c'è quella più bella e soddisfacente...mai senza. E' una sensazione divina sentirsi belle, sensuali, appagate, non c'è cioccolato che tenga.
Anche se ora sono incappata in un personaggio che non so qualificare, mi provoca sentimenti contrastanti - perché è fondamentalmente disadattato e unico nel suo genere!!! - con cui non mi aspettavo succedesse, almeno all'inizio quando l'ho ripescato.
Mi ha risucchiata nel vortice delle sue contraddizioni, mostrandomi però un lato affascinante, coinvolgente, carnale. Stupendo.
E magari staremo così, in bilico senza che succeda più nulla fra di noi, con ognuno dei due che imbocca altre strade, e lascio le cose andare come devono. O magari risuccederà, chissà. Non mi pongo il problema: è una delle poche volte in cui ho iniziato una frequentazione con la certezza che quella persona non sarà mai il mio futuro. Forse per questo la vivo senza aspettative e soltanto gustandomi quello che di buono mi ha portato e mi porterà. Intanto, mi ha tirata fuori, probabilmente senza accorgersene, da uno dei periodi più brutti della mia vita. Con simpatia, imprevedibilità, con il suo esser fuori dalle righe, il farmi sentire protetta, e tanta passione. E per questo, caro, ti ringrazierò in eterno.

Il periodo terribile, che cerco con costanza di ricacciare nei meandri di un dimenticatoio che spesso si riapre, è forse finito, ma resta latente e mi accompagnerà ancora per tanto.
Ale te ne sei andato in una sera di fine estate, e io sono ancora qui convinta di girare l'angolo e incontrarti per strada. Anche se finalmente sono riuscita a venire sulla tua tomba, piena di fiori, una testimonianza che vive del nostro affetto, anche se si trova nel luogo che più di ogni altro è legato alla morte. Però, quella collina, è riuscita a darmi anche pace, inspiegabilmente, soprattutto quando mi sono seduta vicino a te.
Tu che sei stato l'uomo, il ragazzo, che più ho amato in vita mia, tu che sei sempre stato la pietra di paragone per ogni mia storia, seria o inconsistente, tu che eri sempre migliore di tutti gli altri. Tu, che non ci sei più.
E il mio cuore non lo vuol capire, e non riesce ad immaginare neanche se stai bene, se esisti ancora, in qualche maniera, se ti rincontrerò. Anche se spero di sì, e ti ho sentito accanto a me. Non me lo sono sognato, eri tu lo so.