
Sto girellando su internet, quando in TV, a "Chi l'ha visto" (uno dei programmi idoli di mia mamma, purtroppo) iniziano a ripercorrere la dolorosa vicenda di Tommaso Onofri, balzato nelle cronache e nei cuori di tutti gli italiani, nessuno escluso, come "il piccolo Tommy".
Ho sempre odiato le speculazioni alla Bruno Vespa su questi casi, trasformati in golose e macabre soap opera da dare in pasto alle casalinghe del bel paese, con tutto il codazzo di Crepet e criminologi, ma stavolta mi pare che il taglio dato al servizio sia di altra qualità.
I giornalisti di Rai Tre stanno cercando di ripercorrere le fasi di questa tragica e assurda vicenda.
I responsabili sono stati catturati e puniti, e l'oblio pian piano lo sta portando via dai nostri discorsi quotidiani, anche se basta poco per metterci in bocca il nome di questo povero bimbo.
Di certo, qualsiasi cosa succeda, Tommy non crescerà mai, non diventerà mai grande.
E mi picchia in testa un interrogativo senza risposta: come può un essere umano arrivare a concepire e attuare un crimine del genere? Come può la nostra società avida di denaro aver prodotto uomini indegni di questo nome? E non chiamiamoli bestie, perché le bestie non farebbero mai cose del genere.
Ma qualche interrogativo, secondo me, dovremmo porcelo, anche se penso sia impossibile darci una risposta.
Nessun commento:
Posta un commento